«La Piesse ringrazia Sergio Staino per aver accettato di ritornare alla direzione del giornale, confidando nel suo prezioso contributo per il ripristino di un tavolo di confronto aziendale e sindacale per dipanare i nodi relativi al piano di ristrutturazione e rilancio de l'Unità». È quanto si legge in una nota della Piesse, proprietaria dell'Unità.
«Quanto al ritardo nel pagamento delle retribuzioni del mese di aprile – prosegue la nota – cogliamo l'occasione per precisare che non c'è stato ovviamente alcun "ricatto" da parte dell'azienda ma esso è stato semplicemente la conseguenza di una iniziativa giudiziaria, perpetrata in forme particolarmente aggressive, da parte di un'ex giornalista de l'Unità. La società editrice Unità srl comunica in ogni caso che nella giornata di oggi ha proceduto al pagamento delle retribuzioni dei giornalisti e dipendenti de l'Unità». (Ansa – Roma, 24 maggio 2017)
Editoria, Cdr Unità: «Si torna in edicola, ma la lotta non è finita»
«L'Unità torna in edicola. Eravamo entrati in sciopero a oltranza per difendere i nostri diritti e la nostra dignità professionale. Ci siamo battuti per respingere due ricatti: quello salariale e il ricatto dei licenziamenti collettivi». È quanto si legge in una nota del Cdr dell'Unità.
«Per questo abbiamo scioperato per 7 giorni - prosegue il Cdr -. Perché l'Unità, il giornale dei lavoratori, il quotidiano fondato da Antonio Gramsci, non divenisse l'apripista per lo stravolgimento, nel campo dell'editoria, di diritti contrattuali e costituzionali. Abbiamo rigettato l'odioso baratto tra salari e diritti. La determinazione e la compattezza della redazione, sostenuta con forza dalla Federazione nazionale della stampa, dall'Associazione Stampa Romana e da Articolo 21, ha ottenuto due primi, importanti risultati: il pagamento delle retribuzioni e l'impegno del rientrante direttore Sergio Staino a non firmare lettere di licenziamento. Per questo torniamo al lavoro e il giornale in edicola da domani, 25 maggio».
«Sappiamo bene che la nostra lotta non è finita - prosegue il Cdr -. Chiediamo che si riapra da subito un tavolo aziendale per discutere con la proprietà e la direzione giornalistica un piano industriale ed editoriale finalizzato al rilancio del giornale, sia sul cartaceo che on line. Il Cdr non si è mai sottratto ad un confronto che tenesse conto della grave situazione economica in cui versa l'azienda e del necessario contenimento dei costi. Ribadiamo questo impegno e al tempo stesso confermiamo, col sostegno della Fnsi e di Stampa Romana, la nostra assoluta contrarietà a qualsiasi ristrutturazione che contempli licenziamenti collettivi. Torniamo in edicola, forti delle nostre ragioni, della solidarietà ricevuta, a ogni livello, del sostegno dei lettori, pronti a ritornare a lottare se i nostri diritti verranno rimessi in discussione».(Ansa - Roma, 24 maggio 2017)