L'assemblea dei giornalisti di Metro «all'unanimità stigmatizza il licenziamento per asserita giusta causa di una collega alla quale era stata negata l'aspettativa. Le motivazioni contenute nella lettera inviata dall'azienda sono assolutamente pretestuose perché poggiano su basi non corrispondenti al contratto in essere tra la collega (collaboratore fisso ex art.2) e l'azienda». È quanto si legge in un comunicato sindacale della redazione pubblicato anche sul sito web del quotidiano.
«Si cita una fantomatica esclusiva che non era prevista nel contratto di assunzione e comunque ormai da anni non ricade più nemmeno sui giornalisti ex art.1 in stato di solidarietà prima, e in Cassa Covid poi. Il direttore, dal canto suo, ha avallato e sostenuto le tesi dell'azienda dimenticando forse che se la collega ha lavorato, lo ha fatto seguendo le sue direttive. Pertanto, l'assemblea dei giornalisti sfiducia all'unanimità il direttore, Stefano Pacifici», prosegue la nota.
«Malgrado le rassicurazioni ricevute dal Cdr da parte del rappresentante per i rapporti sindacali di Metro, rassicurazioni che portavano verso l'archiviazione di questa faccenda, NME ha deciso, senza alcuna comunicazione ufficiale inviata né dall'editore né dal direttore per quanto riguarda rispettivamente il cambio dell'organico e l'organizzazione del lavoro, di licenziare una collega che a Metro ha portato ben quattro premi giornalistici», incalzano i giornalisti.
«Sia il direttore – aggiungono – che il rappresentante dei rapporti sindacali dichiarano di non saper nulla mentre invece appare chiaro dalla lettera di licenziamento il loro coinvolgimento. Tanto più che la collega, lo ripetiamo, ha sempre lavorato in stretta collaborazione con il direttore, rispettando le sue richieste e inviando i pezzi così come con lei concordati».
I giornalisti di Metro, conclude l'assemblea, «entrano pertanto in assemblea permanente e affidano al Cdr un pacchetto di 5 giorni di sciopero. Inoltre, tutti i giornalisti per quanto riguarda lo svolgimento e l'organizzazione del lavoro si atterranno solo ed esclusivamente a quanto previsto dal Ccnlg. È la prima volta nella storia di Metro che viene inviata una lettera di licenziamento. Una lettera priva di ogni fondamento che i Giornalisti all’unanimità non possono far passare sotto silenzio».