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Vertenze 23 Ott 2012

Nuove mansioni? Da giornalista a spolpatore di carni Una storia d’illegalità che travolge una redazione

Nuova Informazione torna sulla vicenda dei giornalisti ai quali era stata proposta una "novazione contrattuale": o addetti alle pulizie - si presuppone in particolare per i cronisti giudiziari, competenti in "mani pulite" o "Spolpatori di Carne" (con le maiuscole nella lettera d'offerta). Quella che sembrava una triste ed offensiva vicenda figlia di questi tempi di disprezzo del lavoro si è rivelata invece una storia di illegalità che ha travolto un'intera redazione.

Nuova Informazione torna sulla vicenda dei giornalisti ai quali era stata proposta una "novazione contrattuale": o addetti alle pulizie - si presuppone in particolare per i cronisti giudiziari, competenti in "mani pulite" o "Spolpatori di Carne" (con le maiuscole nella lettera d'offerta). Quella che sembrava una triste ed offensiva vicenda figlia di questi tempi di disprezzo del lavoro si è rivelata invece una storia di illegalità che ha travolto un'intera redazione.

Uno dei sette giornalisti coinvolti (in tutto otto dipendenti della società)  al quale garantiamo l'anonimato, ha scritto una lettera che pubblichiamo per intero su http://www.nuovainformazione.it/ sotto il titolo: Giornalista spolpatore, la testimonianza diretta.
Tra i passaggi più significativi, il trasferimento da Milano a Roma del confezionamento delle testate, gli stipendi non pagati negli ultimi due mesi, ma soprattutto il contratto ombra, i contributi ombra, l'editore ombra. Ma nessuno se n'era sinora accorto perché le buste paga erano compilate alla perfezione. Ora se ne sta occupando il sindacato territoriale dei giornalisti, Alg, e ovviamente l'avvocato.

IL TESTO DELLA TESTIMONIANZA

“Come giornalista grafico non servi più, ma puoi sempre restare all’interno della nostra società come addetto alle pulizie o spolpatore di prosciutti”. È la possibilità di continuare a lavorare che una cooperativa modenese, la Logistica Transport, ha recapitato a un suo “dipendente” che, in realtà, come altri suoi colleghi era in forza a una società di comunicazioni, The Media House. Una srl, quest’ultima, che si occupa degli editing del settimanale Ora (per conto di Ediplanet) e del mensile Bella (per conto di Dea). E che di punto in bianco ha cacciato in massa la redazione di Milano, in quanto “l’editore ha dato esito negativo sulla vendita della rivista Ora”, per trasferire il confezionamento dei giornali in questione a un editing di Roma.
Degli otto dipendenti rimasti in mezzo a una strada (cinque giornalisti professionisti, due praticanti, una grafica editoriale) solo due erano assunti direttamente da The Media House, mentre gli altri erano, appunto, sotto contratto con la Logistica Transport. Proprio quest'ultima ha inviato la seguente lettera a un giornalista professionista che operava come grafico: per la sua vecchia mansione non serve più a The Media House, ma “siamo lieti di comunicarle l’opportunità di lavorare presso il nostro ramo pulizie. Nel caso in cui non siano consone alla sua figura, in alternativa le proponiamo nel reparto Carni un posto come Spolpatore”.
Per la cronaca gli stipendi di settembre e ottobre dei malcapitati non sono stati pagati, così come le indennità di fine rapporto e per il mancato preavviso, e, da un controllo effettuato lo scorso 18 ottobre presso l'ente di previdenza dei giornalisti (l'Inpgi), nessun contratto è stato depositato e nessun contributo pagato (le assunzioni del personale risalivano al giugno e luglio scorsi), nonostante i lavoratori abbiano ricevuto le buste paga di luglio e agosto. Gli stessi giornalisti manifestano, poi, profondo stupore nell’apprendere, da una nota inviata al loro sindacato, che l’editore Fabio Piscopo, il referente per il giornale con cui si sono sempre interfacciati direttore e vicedirettore editoriali di Ora, nulla ha a che fare con il settimanale menzionato. Un altro colpo di scena nella “casa dei misteri”.

GIORNALISTI TRASFORMATI IN “SPOLPATORI” O COLF

Milano.  Nel mare dell’abusivismo l’editoria sguazza da sempre, con conseguenze incredibili. A un giornalista è stato chiesto -per continuare a lavorare - di  fare le pulizie o spolpare prosciutti. Dall’oggi al domani The Media House, società che si occupa dell'editing del settimanale Ora (Ediplanet) e del mensile Bella (Dea), ha licenziato tutta la redazione di Milano per trasferire il lavoro a Roma. Degli 8 giornalisti   due erano assunti  da The Media House, ma i contratti non sono mai stati registrati  quindi zero contributi, gli altri erano con la coop Logistica Transport di Modena. Quest’ultima ha scritto a un giornalista:  non ci servi più, ma «siamo lieti di comunicarle l’opportunità di lavorare presso il nostro ramo pulizie. In alternativa Le proponiamo nel reparto Carni un posto come “Spolpatore”». Nessuno  dei malcapitati è stato pagato per settembre. (Di Simona Mantovanini da Metro News del  22 ottobre 2012)

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