La Federazione nazionale della Stampa italiana e il Sindacato giornalisti Veneto sono al fianco dei colleghi del Messaggero di sant'Antonio di Padova da oggi in sciopero a oltranza a seguito della comunicazione da parte dell'editore della 'chiusura della redazione con la cessazione di tutti i rapporti di lavoro giornalistico'.
Fnsi e Sgv giudicano inaccettabile, prima ancora della comunicazione in sé, la condotta adottata dalla controparte – nella fattispecie la direzione dei frati – che senza scrupolo alcuno ha tolto dal tavolo – convocato per fare il punto sul contratto di solidarietà attivato da un anno – qualsiasi margine di trattativa. Una decisione intollerabile nei modi e nel merito a fronte di violazioni contrattuali, fra cui il rifiuto di esibire il bilancio.
«Le perdite economiche, sempre comunicate a voce e senza mai un'analisi puntuale di costi e ricavi, non possono comunque giustificare un tale atteggiamento che fa strame della dignità ancor prima umana che professionale dei lavoratori», affermano il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, e la segretaria del Sindacato dei giornalisti del Veneto, Monica Andolfatto.
«Una cosa deve essere ben chiara – proseguono – i frati non possono pensare di chiudere la redazione, licenziare i giornalisti e continuare a pubblicare la rivista cattolica forse più famosa al mondo».
PER APPROFONDIRE
Messaggero di sant'Antonio, Andolfatto: «Natale francescano con il licenziamento dei giornalisti»
Alla vigilia di Natale i frati della Basilica di sant'Antonio di Padova hanno comunicato alle rappresentanze sindacali la chiusura della redazione del Messaggero di sant'Antonio con la cessazione di tutti i rapporti di lavoro giornalistico. Una decisione unilaterale al tavolo convocato per fare il punto sullo stato dell'accordo di solidarietà, sottoscritto un anno fa: tavolo al quale è pesata come un macigno l'assenza del direttore responsabile fra' Fabio Scarsato.
«I frati della basilica di sant'Antonio si sono dimostrati fra i peggiori padroni editoriali con cui il sindacato si sia mai interfacciato. Nessun margine di trattativa, nessuna possibilità di confronto. Nulla», è il commento a caldo della segretaria regionale del Sindacato giornalisti Veneto, Monica Andolfatto.
«Il passivo in bilancio, peraltro sempre comunicato a voce e senza la possibilità di poter procedere con un'analisi approfondita dei costi e dei ricavi – continua Andolfatto – non giustifica una tale violenza e una tale mancanza di rispetto non tanto per le regole negoziali, bensì per la considerazione umana e professionale di lavoratori che con impegno e passione hanno sempre garantito un prodotto di qualità che rappresenta il cuore del sistema francescano conventuale».
Il Sindacato giornalisti Veneto si attiverà in tutte le sedi per contrastare tale scelta avvenuta senza il progetto di un piano e di una strategia di rilancio credibile: «Il Messaggero di sant'Antonio è la rivista cattolica più conosciuta al mondo e più venduta, soprattutto per merito dei giornalisti che la producono, e come tale è un patrimonio non solo dei cattolici ma di tutte le persone che hanno a cuore la pluralità dell’informazione», conclude Andolfatto.
Il comunicato dei giornalisti del Messaggero di sant'Antonio
«Increduli e feriti per l'inaudita violenza subita, un attacco alla nostra dignità umana e professionale che ci lascia stupefatti, per modalità e contenuti». Questa la prima reazione dei giornalisti del Messaggero di sant'Antonio, riuniti d'urgenza in assemblea permanente a seguito della comunicazione ricevuta dall'editore dell'imminente chiusura della redazione e del conseguente licenziamento di tutti i giornalisti. Un fulmine a ciel sereno dopo un intero anno di solidarietà già vissuta dal corpo giornalistico.
La redazione condanna con fermezza questa presa di posizione unilaterale, alla vigilia di Natale, alla vigilia del restyling grafico del giornale il cui lancio era previsto nel gennaio 2019 e proprio nel 120esimo anno di pubblicazione della rivista. Non sono stati offerti piani alternativi, non è stato offerto alcun rilancio della rivista, alla rappresentanza sindacale non è mai stato dato in mano un bilancio, non sono state offerte forme di dialogo, non è stato mostrato rispetto alcuno per la competenza e passione sempre profuse nella realizzazione di un'ottima rivista conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, diffusa in 270mila copie in abbonamento solo in Italia oltre che sul web, senza contare le copie del Messaggero dei ragazzi, del Messaggero di sant'Antonio edizione italiana all'estero e poi delle edizioni in varie lingue che vengono spedite in 160 Paesi.
A fronte di questa preoccupante opacità e di scelte così fuori da ogni decenza, non degne di una struttura francescana, i giornalisti del Messaggero di sant'Antonio proclamano uno sciopero a oltranza per la tutela della loro dignità e dei posti di lavoro fino a quando l'azienda non riprenderà un dialogo costruttivo, a tutela della dignità professionale e umana di tutti, per uscire insieme da una pagina tra le più tragiche e vergognose che questa realtà abbia mai vissuto.
Il comunicato della RsU del Messaggero di sant'Antonio
La decisione della proprietà di chiudere la redazione del Messaggero di sant'Antonio non solo lascia sbalorditi e indignati, ma fa emergere la scarsa empatia e la non partecipazione umana di una direzione che non ha mai messo in campo nessun tipo di strategia per contrastare efficacemente la crisi del settore editoriale. L'unica 'strategia' è sempre stata indirizzata verso la riduzione dei costi, messa in atto senza tener conto del valore rappresentato dai lavoratori. Eppure il motto del Messaggero nella sua lunga storia è sempre stato 'Vangelo e Carità'!
Adesso siamo arrivati all'osso, a quello che è (o meglio, era) il core business: la 'rivista più diffusa al mondo', come si diceva fino a qualche tempo fa. Nell'esprimere ai nostri giornalisti piena solidarietà, la Rsu annuncia che durante l'assemblea prevista per martedì 11 dicembre verrà proposto uno sciopero del personale MsA. L'assemblea sarà aperta a tutti i membri della redazione che volessero parteciparvi.