L’Associazione Stampa Subalpina, insieme alle rappresentanze degli altri sindacati regionali interessati, hanno consegnato ai vertici della Regione Piemonte una piattaforma di proposte per il sostegno ai settori dell’editoria e dell’emittenza locale regionali. “Settori – si legge nelle proposte avanzate – particolarmente sofferenti”. Il testo integrale del documento.
Le rappresentanze piemontesi di Cgil, Cisl e Uil,
dell’Associazione Stampa Subalpina e di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil
hanno presentato a Giuseppina De Santis, Antonella Parigi e Giovanna Pentenero,
rispettivamente assessori regionali all’Economia, alla Cultura ed al Lavoro,
una piattaforma di proposte per il sostegno al settore dell’editoria e
dell’emittenza locale regionali, particolarmente sofferenti.
Tra le richieste più significative quella di riscrivere la legge regionale per
l’editoria in modo che vada a premiare e finanziare le aziende che investono su
innovazione e tecnologia e che lo fanno nel pieno rispetto delle regole.
Ecco di seguito il testo consegnato:
SITUAZIONE EMITTENZA
Negli ultimi 5 anni hanno chiuso tre importanti televisioni locali
Telesubalpina, Telestudio e solo nelle scorse settimane Telegranda. Tra le
principali, sono operative ancora Grp, Rete7, Telecity, Quartarete,
Videogruppo, Rete Canavese, Telecupole, Primantenna. Delle 31 radio locali, ben
5 hanno chiuso. Si sono così persi dal 2010 oltre 100 posti di lavoro, che
salgono a più del doppio se si considera l'indotto.
Questo perché la raccolta pubblicitaria, principale fonte di ricavi per il
settore si è ridotta dell'80%, mentre si sono ridotti del 70% i contributi
derivanti dalla Legge 488/98.
Nel corso del 2015 sono stati utilizzati fino ad esaurimento gli ammortizzatori
sociali in deroga. Permangono forti
sofferenze che ci fanno temere il rischio di altre chiusure tra le emittenti
televisive e radio.
SITUAZIONE EDITORIA
La filiera dell'editoria include tutto il mondo della comunicazione dai
quotidiani ai settimanali, fino ai periodici sia locali che nazionali, oltre a
tutta la realtà delle case editrici.
Il settore negli ultimi 5 anni nel nostro territorio ha perso circa 2500
addetti tra diretti ed indiretti.
Hanno chiuso realtà storiche come la Ilte (To), RotoAlba (Cn) e le Officine
Grafiche di Novara ex Dea, mentre nei periodici locali l’utilizzo degli
ammortizzatori sociali è divenuto ormai una regola.
La situazione dei poligrafici sia nazionale che locale è in forte difficoltà,
non esiste nessuna realtà che sia esente da procedure di crisi. Le aziende
faticano nell’attuare la necessaria trasformazione tecnologica.
Il mercato è passato velocemente dal comparto tradizionale cartaceo a
multimediali digitali, che però non
garantiscono ancora gli stessi ricavi. Tutto ciò ha ulteriormente aggravato la
sostenibilità soprattutto delle testate più piccole, che sono incapaci di
sostenere i costi di innovazione dei sistemi informatici e, men che meno, i
costi di ricerca per realizzare un’innovazione del prodotto.
Le realtà dei periodici locali utilizzano già da tempo le norme speciali della
legge dell'editoria 416/88. Solo questo ha permesso di ridurre gli impatti
occupazionali delle crisi del settore, determinati anche dalla progressiva
riduzione dei finanziamenti pubblici, sia nazionali che locali.
CGIL CISL UIL Piemonte, Associazione Stampa Subalpina, Slc-Cgil, Fistel-Cisl e
Uilcom-Uil chiedono il varo di nuove strategie e di progetti legislativi che
siano in grado di ridisegnare il panorama editoriale piemontese, per
salvaguardare un settore strategico per la nostra Regione e lo stesso diritto
di informazione Costituzionalmente tutelato. L’alternativa è la perdita di
decine di posti di lavoro tra personale tecnico e giornalistico con il rischio
della chiusura di voci storiche del nostro territorio.
LE PROPOSTE:
- Pensare ad nuova legge regionale di sistema per il settore, prevedendo anche
una riscrittura dell’attuale normativa, che includa verifiche e monitoraggio
sulla distribuzione delle risorse, con particolare attenzione al rispetto delle
regole e dei contratti di lavoro applicati.
- Aiuti alle imprese che investono in innovazione tecnologica.
- Incentivi alla produzione di programmi di approfondimento regionale
indirizzati in particolare ai settori cultura, arte, turismo e sport.
- Incentivi finalizzati alla creazione di fusioni, aggregazioni e di reti di
impresa.
- Uso dei media locali per la comunicazione istituzionale della Regione.
- Supporto della Regione per l'attivazione dei Fondi europei, ad esempio a
promozione del bilinguismo e dello scambio culturale trans-frontaliero.
- Attivare fondi per la riqualificazione dei lavoratori fuoriusciti
temporaneamente, o definitivamente, dal mercato del lavoro attivo.
- Prevedere criteri di accesso ai fondi che non escludano i lavoratori che, una
volta fuoriusciti, diano vita a particolari forme di auto-impresa quali studi
associati, società, cooperative.
- Attivare un meccanismo di finanziamento agevolato tramite il sistema bancario
e/o FinPiemonte per chi investa in innovazione tecnologica.
- Promuovere per l'intero settore editoriali una politica industriale a
carattere regionale volta alla costruzione di distretti/poli di filiera che
consentano di mettere in rete tutte le realtà, garantendo la possibilità di
realizzare sinergie su logistica/distribuzione, acquisti, investimenti in
ricerca e tecnologia.
- Favorire la collaborazione con le istituzioni culturali e scientifiche
presenti sul territorio perché quel che manca in molti casi sono veri e propri
progetti editoriali capaci di assicurare un futuro a queste testate.