Il disegno di legge di riforma dell'editoria dovrebbe approdare venerdì prossimo in Consiglio dei ministri. Lo ha annunciato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per il settore, Ricardo Franco Levi, a margine dell'assemblea nazionale di Mediacoop, sottolineando anche la ''grandissima attenzione'' del governo per le conclusioni raggiunte dall'Autorità Antitrust nella prima parte dell'indagine conoscitiva sull'editoria.
''In queste ultime ore di discussione - ha spiegato Levi rispondendo alle domande dei giornalisti - stiamo verificando se c'è la possibilità di portare il ddl questo venerdì al Consiglio dei ministri. Stiamo lavorando per questo obiettivo''. I punti essenziali del testo sono quelli che anche l'Antitrust ha toccato nella sua indagine: ''Quello dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato - ha sottolineato il sottosegretario - è un documento importante, di grande qualità e spesso analitico, che abbiamo letto con grandissima attenzione e cura. I punti che l'Antitrust ha toccato sono ovviamente quelli su cui si concentra la riflessione sul settore e che anche noi abbiamo tenuto sotto osservazione''. Sul testo del provvedimento, Levi confida nella possibilità di dialogare con l'opposizione: ''Questa è una legge sull'editoria che parte dal ddl Bonaiuti sul quale c'era stata grande e larga convergenza del Parlamento. Mi auguro che ci possa essere anche su questo ddl, che tra l'altro è stato costruito e accompagnato da una larghissima consultazione con tutti gli operatori del settore. Confido davvero - ha concluso - che ci siano le condizioni per un esame parlamentare sereno e costruttivo''. (ANSA) LEVI, IN DDL PREVISTO ANCHE TESTO UNICO L'ultimo punto del Ddl di riforma della legge 416 del 1981, quella sull'Editoria, prevede la scrittura di un testo unico nel quale confluiscano tutte le leggi che normano il settore non escluso il Ddl che, prevedibilmente, entro questa settimana dovrebbe arrivare al Consiglio dei ministri. Ad annunciarlo è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Franco Ricardo Levi, durante l'assemblea nazionale di Mediacoop, associazione delle cooperative editoriali e di comunicazione. "Il nostro Disegno di legge si propone di essere un Ddl di sistema", spiega Levi che, "per rispetto dei ministri del Governo", non anticipa nel dettaglio i contenuti della riforma. Il sottosegretario cita, però, punto per punto, i temi che nel Ddl saranno affrontati: "Si parte dal Ddl Bonaiuti presentato nella scorsa legislatura perché quel Ddl era riuscito ad ottenere una convergenza che ci fa ben sperare circa una posizione condivisa tra maggioranza e opposizione". Una nuova definizione di prodotto editoriale, inoltre, sarà contenuta nel disegno di legge: una definizione che prescinde da considerazioni tecniche sui supporti del prodotto editoriale. "Nessun riferimento ai supporti di tipo fisico-chimico. La definizione di prodotto editoriale - spiega Levi - deve essere coerente e all'altezza dei tempi e, per questo, partirà dal concetto di prodotto della creatività e dell'ingegno umano". Legato a questa la proiezione alla proprietà intellettuale e il diritto di libera circolazione delle idee e dell'informazione. Tuttavia l'aspetto che sta più a cuore alle cooperative editoriali e di comunicazione riguarda i "sostegni" alle imprese: "Disciplina delle imprese – continua il sottosegretario - significa disciplina della trasparenza". Per questo Ricardo Levi annuncia che il Ddl prevederà "contributi diretti alle imprese che senza sostegno pubblico sarebbero condannate a sparire, con perdita di pluralismo" e contributi indiretti "aperti a tutti i soggetti del mondo dell'editoria, a tutte le imprese che producono e distribuiscono. Anche qui l'obiettivo è di favorire il pluralismo". Il sottosegretario si dice, tuttavia, consapevole della "necessità di affinare il sistema delle provvidenze perché distingua meglio chi ne ha diritto da chi non ne ha. Un intervento puntuale e severo sui criteri di accesso alle misure di sostegno si rende quindi indispensabile per fare sì che che, una volta individuati i soggetti che ne hanno diritto, questi sostegni non si disperdano in tirature che vanno al macero o che giacciono nei magazzini". Infine, una misura che sostenga più in generale la lettura, "collegata - per Ricardo Levi - alla civile crescita del Paese". Un capitolo a parte merita il funzionamento dell'equilibrio interno delle iniziative editoriali: il sottosegretario spiega che il Ddl non si propone di intervenire "sulle competenze delle cariche interne alle redazioni, come quella del direttore, ma interverrà per risolvere il tema dell'ostacolo alla fluidità del lavoro delle imprese e sulla registrazione di imprese e testate. Risolveremo una volta per tutte questo problema e, da lì, il passo successivo sarà la regolazione dei mercati, che vuol dire del settore editoriale e dei singoli mercati che lo compongono, dalla raccolta pubblicitaria alle vendite e alla distribuzione. Ciascuno di questi mercati deve corrispondere a criteri di concorrenza e pluralismo perché, come ci ha spiegato l'eccellente documento diffuso ieri dall'Autorità Antitrust, il pluralismo è, soprattutto l'editoria, qualcosa di più della concorrenza: riguarda il diritto costituzionale alla libertà di informare e di essere informati". (AGI)