Una giornata di sciopero è stata proclamata per il 27 ottobre dal coordinamento dei cdr del Gruppo Espresso. L'agitazione è stata decisa - secondo quanto si apprende - alla luce dei tagli di nove redattori alla Agl e della mancanza di risposte alle ripetute richieste di un piano industriale.
L'iniziativa arriva dopo l'annuncio di un'ulteriore riduzione dei costi seguito alla diffusione dei risultati consolidati al 30 settembre. Ferme quindi le redazioni di La Repubblica, quotidiani locali, siti e Radio Capital. (ROMA, 26 OTTOBRE - ANSA)
Il Sindacato dei giornalisti solidale e al fianco dei colleghi del Gruppo Espresso
“La Federazione Nazionale della Stampa è al fianco dei giornalisti del Gruppo L'Espresso nella preoccupazione per la tenuta dei livelli occupazionali e per le istanze di sviluppo del gruppo in questi giorni frenate da annunciati stati di crisi all'Agl. La Fnsi ritiene che le ragioni dello sciopero debbano essere ascoltate e debbano trovare chiarimenti e risposte al tavolo di un leale confronto per il quale conferma tutta la propria disponibilità assieme ai colleghi. In una fase caratterizzata da una pesante crisi economica, il sindacato dei giornalisti auspica che l'editore voglia avviare al più presto una nuova fase di confronto con i comitati di redazione per il rilancio degli investimenti e per il rafforzamento delle testate e del lavoro giornalistico. La Fnsi, consapevole delle difficoltà di un quadro economico che si ripercuote sul mercato editoriale, è convinta che vada fatto ogni sforzo per la composizione delle vertenze e per evitare l'inasprimento delle situazioni di disagio e di conflitto che si vanno manifestando”.
DICHIARAZIONE DEL SEGRETARIO DELLA ASSOCIAZIONE STAMPA ROMANA PALO BUTTURINI SULLO SCIOPERO AL GRUPPO L'ESPRESSO
"Uno sciopero sacrosanto quello proclamato dai Cdr del Gruppo L'Espresso, deciso di fronte alla protervia di un'azienda che ancora una volta vuole scaricare sui giornalisti un impasse frutto della mancanza di strategie di sviluppo e di marketing all'altezza della sfida digitale. Troppo facile tagliare posti di lavoro per distribuire dividendi agli azionisti e incassare bonus di decine di migliaia di euro. La categoria e i colleghi hanno già dato negli anni scorsi, ora il management del gruppo dimostri di meritare le laute retribuzioni che percepisce e l'ingegnere De Benedetti faccia vedere che è bravo anche a inventare strategie industriali e non soltanto finanziarie. Il sindacato non può tollerare ulteriori perdite di posti di lavoro che impoveriscono il prodotto e minano l'autonomia dei giornalisti. Se si tratta di ridiscutere e rendere più efficienti, anche attraverso percorsi formativi, la professione e le organizzazioni del lavoro, nessuno si sottrarrà al confronto, ma assecondare una deriva contabile e miope sarebbe come regalare il futuro a chi non sa vedere al di la del proprio naso"
ASSOSTAMPA FVG: PREDICANO BENE, RAZZOLANO MALE
L'Assostampa FVG condivide la protesta dei giornalisti del Messaggero Veneto, del Piccolo e degli altri quotidiani e media del Gruppo editoriale Espresso Repubblica Finegil Elemedia, costretti a scioperare oggi da un'Azienda che sembra capace di ragionare e agire soltanto in termini di tagli agli organici giornalistici, privi di logica e di strategie di sviluppo. Siamo in presenza di una proprietà e di una dirigenza che predicano bene e razzolano male. Con i suoi organi di informazione il Gruppo è da sempre paladino della difesa e della tutela del lavoro, della lotta al precariato (quello non giornalistico, ovviamente), delle ragioni del progresso e delle libertà civili. Per voce del suo presidente Carlo De Benedetti “è la creazione di lavoro la priorità che abbiamo davanti. Sarebbero guai se pensassimo che competitività e produzione si difendono con una anacronistica battaglia sulla riduzione dei costi”. La realtà di ogni giorno, nei giornali del Gruppo, è purtroppo diversa. Mancato rispetto degli accordi e dei turn over, carichi di lavoro sempre maggiori, assenza di strategie di sviluppo, relazioni industriali carenti e non certo per colpa dei giornalisti. In compenso tagli, sempre e solo tagli. Anche dinanzi a 24,6 milioni di utili nei primi nove mesi del 2012, evidentemente troppo pochi per le aspettative in termini di dividendi degli azionisti. In questi anni i giornalisti del Gruppo e il loro Sindacato hanno risposto con senso di responsabilità e spirito costruttivo, consapevoli delle difficoltà e dei tempi di crisi. Ma dinanzi alle ingiustizie e alle incoerenze, la pazienza e la capacità di sopportazione hanno un limite, che ormai è stato abbondantemente superato.