«Ci sono ancora troppi punti oscuri sulla trattativa che sta portando alla vendita di testate storiche come la Gazzetta di Reggio, la Gazzetta di Modena e la Nuova Ferrara. Il Gruppo Gedi non spiega perché vuole disfarsi di questi giornali che finirebbero nella mani di imprenditori che preferiscono non comparire e non svelare strategie editoriali sconosciute e improbabili. L'unica notizia certa è che non ci saranno investimenti, ma solo tagli alle retribuzioni e sacrifici per i dipendenti». Lo dice l'Associazione stampa dell'Emilia Romagna il cui presidente, Mattero Naccari, insieme con i Comitati di redazione delle testate, ha incontrato, giovedì 8 ottobre, in videoconferenza la proprietà su invito dell'assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla.
«Ringraziamo l'assessore per aver organizzato questo tavolo che ancora una volta ha messo in luce l'incertezza che caratterizza questa trattativa. Da un lato, c'è un Gruppo editoriale come Gedi che non sa, o non vuole, delineare una volta per tutti i motivi di questa dismissione, dall'altra ci sono compratori che lavorano nell'ombra, con poca esperienza nel settore editoriale e che rischiano di portare nel baratro giornali fondamentali per l'informazione locale in Emilia Romagna, come avvenuto dopo la cessione della Città di Salerno. Questa è un'operazione che preoccupa non solo il mondo dell'informazione, ma anche e soprattutto le famiglie dei giornalisti che lavorano da anni in queste testate», continua l'Aser.
La richiesta dell'Associazione, e dei Comitati di redazione, è che anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'editoria, Andrea Martella, si interessi in prima persona della questione e convochi tutte le parti coinvolte a un tavolo nazionale. «Come sindacato stiamo organizzando iniziative di mobilitazione per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sull'ennesima speculazione nel settore editoriale», conclude Naccari.
Pronta la risposta del sottosegretario che, in una nota, rassicura: «Il governo, nell'ambito delle proprie prerogative e competenze, sta seguendo con la dovuta e necessaria attenzione l'evoluzione della vicenda riguardante i quotidiani locali del Gruppo Gedi. Poiché si tratta di una trattativa tuttora in corso è oggetto di valutazione anche l'eventuale convocazione dei soggetti interessati». Per l'esecutivo, «consapevole del valore delle testate e del loro radicamento territoriale, ad essere centrali sono la salvaguardia del pluralismo e la tutela del lavoro», spiega Martella.
«Il tavolo istituzionale avviato in Regione resta aperto e pronto a procedere in qualunque momento. Per questo abbiamo chiesto al Gruppo Gedi, il soggetto venditore, di portare agli acquirenti la richiesta di poterli incontrare rapidamente, prima che l'operazione sia definita», spiega l'assessore Colla, che ai rappresentanti dell'azienda ha anche chiesto «di conoscere, senza violare le norme di riservatezza dell'operazione, i termini della vendita soprattutto per capire i livelli di tutela sociale nonché le garanzie sul futuro editoriale e occupazionale, anche a fronte del clima di incertezza manifestato dai lavoratori delle testate».
PER APPROFONDIRE
Di seguito la nota dei Comitati di redazione della Nuova Ferrara, della Gazzetta di Reggio e della Gazzetta di Modena e l'intervento della Slc Cgil.
I Cdr delle testate dell'Emilia Romagna del Gruppo Gedi: «Forte preoccupazione»
Il governo apra «un tavolo nazionale sull'annunciata operazione di vendita, considerate le dimensioni e la storia del gruppo ex Finegi-Gedi, l'impatto sociale del piano (123 giornalisti, 40 poligrafici, oltre a fotografi, corrispondenti e collaboratori, con ricadute anche sulle agenzie che raccolgono la pubblicità) e, certamente non ultimo, l'interesse legittimo dei cittadini a ricevere un'informazione di qualità nei rispettivi territori». È la richiesta avanzata dai Comitati di redazione della Nuova Ferrara, della Gazzetta di Reggio e della Gazzetta di Modena al termine del tavolo in videoconferenza in Regione Emilia-Romagna con l'assessore regionale al Lavoro, i rappresentanti di Aser, di Fnsi e del gruppo Gedi-Gnn.
«I rappresentanti del gruppo Gedi-Gnn – spiegano i Cdr in una nota – hanno ribadito la volontà di cedere le quattro testate (oltre alle tre emiliane, Il Tirreno di Livorno) e di accelerare questo percorso per motivi legati ai riflessi sul mercato dell'emergenza sanitaria e alla crisi del settore editoriale. Dai Cdr e dall'Aser-Fnsi è stata espressa la forte preoccupazione per un'operazione marcata dal coinvolgimento di una neo-cordata imprenditoriale che ha un'esperienza nulla o quasi nel settore editoriale, con fondamentali economici assolutamente circoscritti rispetto a quelli del gruppo cedente, e che, da notizie acquisite dalle testate messe in vendita, ha predisposto nei mesi scorsi un business plan che annuncia pesanti tagli sui costi del personale e su altri costi aziendali dei quattro giornali già dal 2021».
«La Regione – aggiungono i Comitati di redazione – ha accolto e rilanciato le preoccupazioni illustrate dai Cdr e ha chiesto ai rappresentanti di Gedi e Gnn di farsi garanti in tempi strettissimi della convocazione di un incontro istituzionale con gli eventuali acquirenti, di fare un nuovo passaggio con la Regione (dove questo tavolo resta aperto) prima dell'eventuale firma di un accordo e ha annunciato che il governo sarà informato di ogni sviluppo acquisito in questa sede istituzionale". (Ansa)
I Cdr dei giornali locali Gedi: «Posti di lavoro a rischio»
I Cdr dei giornali locali del gruppo Gedi denunciano – in una nota – una situazione «che mette a rischio posti di lavoro e la tenuta delle testate storiche legate al territorio. Dopo mesi di disinteresse e mancate risposte sul futuro dei nostri giornali – scrivono i Comitati di redazione delle 13 testate locali di Gedi – abbiamo scoperto che la trattativa per la vendita di quattro giornali (Tirreno Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio e Nuova Ferrara) era in fase avanzata e potrebbe concludersi in queste ore, senza che l'azienda abbia dato alcuna garanzia sul futuro dei giornali in cessione e sui 163 posti di lavoro coinvolti, senza farsi minimamente da garante della serietà e dei progetti degli acquirenti, ma anzi negando fino all'ultimo che la trattativa fosse in fase avanzata».
I Comitati di redazione denunciamo quindi «come il primo editore italiano tratti i suoi gioielli di famiglia che hanno segnato la storia del giornalismo e dei giornali locali come merce da vendere. Chiediamo azioni di rilancio a tutela del lavoro giornalistico e del diritto dei cittadini a essere informati. La nostra lotta non si ferma», concludono i Comitati di redazione di Gazzetta di Mantova, Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio, Mattino di Padova, Corriere delle Alpi, Messaggero Veneto, Piccolo, Tirreno, Nuova Ferrara, Nuova Venezia, Provincia Pavese, Sentinella del Canavese, Tribuna di Treviso.
Slc Cgil chiede chiarezza: «Aprire subito un confronto serio e costruttivo»
Slc Cgil chiede ai vertici del Gruppo Gedi di fare chiarezza sull'ipotesi di vendita delle testate locali Gazzetta di Reggio, Gazzetta di Modena, Gazzeta di Ferrara e quella toscana de Il Tirreno. «L'assemblea dei poligrafici de Il Tirreno, lo scorso 5 ottobre - ricorda una nota -, ha già proclamato lo stato d'agitazione e un pacchetto di tre giorni di sciopero proprio per chiedere al gruppo la massima trasparenza circa la trattativa in essere. Oggi a Bologna il primo incontro del tavolo istituzionale regionale con l'editore, i comitati di redazione, Fnsi e Aser, al termine del quale l'assessore allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, ha chiesto di conoscere i termini della transazione, oltre a un incontro con i potenziali acquirenti. Annunciata inoltre l'apertura di un canale con il governo sull'operazione».
Per Giulia Guida, segretaria nazionale di Slc, è necessario «aprire subito un confronto serio e costruttivo, per la salvaguardia dell'occupazione e del futuro editoriale delle testate locali. La pandemia - conclude Guida - ha evidenziato sempre più il ruolo fondamentale dell'informazione di qualità, quale presidio di libertà e democrazia di una società civile. Siamo a fianco delle mobilitazioni che in queste ore si stanno effettuando nelle diverse realtà». (Ansa)