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Chiusura del 'Trentino', il sindacato: «Nessuna apertura da parte dell'azienda» (Foto: trentinotv.it)
Vertenze 21 Gen 2021

Vertenza 'Trentino', il sindacato: «L'editore vuol lasciare per strada 18 giornalisti»

L'azienda «sorda» a qualsiasi possibilità  di riassorbire i lavoratori in altre testate della stessa società  o del gruppo o di testate di società  controllate. Cdr, Sindacato regionale e Fnsi: «La mobilitazione al fianco dei colleghi per scongiurare la perdita dei posti di lavoro prosegue».

Sulla cessazione del quotidiano 'Trentino', «va denunciata la chiusura totale da parte della società editrice Sie Spa dell'editore Michl Ebner a qualsiasi possibilità di riassorbimento di 18 giornalisti in altre testate della stessa azienda o dello stesso gruppo editoriale o di testate di società controllate. L'unica concessione riguarda un giornalista che già lavora al sito web del Trentino, che rimane aperto». Lo affermano il Comitato di redazione del quotidiano insieme con il Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige e la Federazione nazionale della Stampa italiana.

«L'azienda è stata sorda ed ha respinto tutte le proposte presentate dalle rappresentanze sindacali dei giornalisti, compresa la proposta del Cdr di un reinserimento in azienda con una sensibile riduzione dello stipendio, insistendo sulla richiesta di cassa integrazione a zero ore, già inoltrata due giorni fa con procedura d'urgenza al Servizio Lavoro della Provincia Autonoma di Trento, ancora prima che si avviasse la procedura di consultazione sindacale e senza comunicarlo alle rappresentanze sindacali, con una evidente forzatura procedurale», proseguono Cdr, Sjg e Fnsi.

«La società editrice dei quotidiani 'Trentino', 'Alto Adige' e 'l'Adige' – aggiungono – ritiene praticabile come unica soluzione l'immediata sospensione dal lavoro dell'intero organico redazionale, annunciando di procedere unilateralmente con la richiesta di Cig a zero ore, anticamera del licenziamento, chiedendo contestualmente l'immediata restituzione dei computer aziendali usati per il lavoro da remoto e le sim aziendali utilizzate nei telefoni cellulari, nonostante i 19 giornalisti possano essere richiamati in qualsiasi momento in servizio per esigenze produttive dal gruppo. In aggiunta, la Sie Spa ha invitato in alternativa i giornalisti a dimettersi al più presto in cambio delle mensilità obbligatorie già dovute dal contratto giornalistico in caso di licenziamento».

Nel corso dell'«infruttuoso» incontro, «le rappresentanze sindacali dei giornalisti – incalzano Cdr, Assostampa e Fnsi – hanno stigmatizzato le reiterate violazioni contrattuali e di legge che potrebbero configurare plurimi comportamenti antisindacali sui quali azienda e Fieg hanno glissato, ritenendoli orpelli inutili che non modificano in alcun modo la decisione di cessazione dell'attività del 'Trentino' e la contestuale sospensione dell'organico redazionale, violazioni che saranno poste all'attenzione nelle sedi deputate. Di fatto, l'azienda ha considerato carta straccia l'accordo sindacale firmato due mesi fa in occasione della fusione per incorporazione (18 novembre 2020), nel quale si impegnava a non dichiarare ulteriori esuberi rispetto a quelli già certificati nell‘ultimo anno».

Da ultimo, le rappresentanze sindacali dei giornalisti «hanno ricordato alla delegazione aziendale che quello del gruppo Athesia è un comportamento inaccettabile, anche sotto il profilo etico: soltanto lo scorso anno il quotidiano di lingua tedesca Dolomiten, di proprietà dello stesso Ebner, ha percepito oltre sei milioni di euro di contributi pubblici del fondo per le minoranze linguistiche, accaparrandosi oltre il 60 per cento delle risorse messe a disposizione dal governo centrale.

Il sindacato dei giornalisti ha invitato l'azienda a tornare sui propri passi e a presentare «un piano degno di questo nome con delle proposte alternative». La Sie Spa si è impegnata a formalizzare una nuova proposta scritta.

«Il sindacato – concludono Cdr, Sjg e Fnsi – proseguirà la mobilitazione al fianco dei colleghi per scongiurare la perdita dei posti di lavoro».

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