Il gruppo Visibilia, Visibilia Magazine srl in liquidazione e Visibilia Editore Spa, dovrà «reintegrare immediatamente» i giornalisti di Visto e Novella 2000 che hanno ricorso contro il licenziamento collettivo. A deciderlo è stato il Tribunale del Lavoro di Milano, che ha condannato il gruppo editoriale dell'onorevole Daniela Santanchè anche al risarcimento del danno attraverso la corresponsione degli stipendi dal momento del licenziamento a quello della reintegrazione in servizio e al pagamento delle spese legali. Sentenza da eseguirsi 'in solido' tra la Magazine in liquidazione e la Editoriale. Il giudizio favorevole giunge a quasi un anno dal licenziamento collettivo dei giornalisti delle redazioni di Visto e Novella 2000.
Nell'estate del 2017 Visibilia aveva interrotto l'applicazione della Cassa integrazione in essere dichiarando l'insostenibilità economica della propria attività, avviando la messa in liquidazione della Magazine e aprendo la procedura di mobilità per tutti i dipendenti. Un comportamento, questo, contestato dal sindacato dei giornalisti.
Associazione Lombarda e Federazione nazionale della Stampa italiana, nell'ambito della procedura di licenziamento collettivo, hanno infatti sempre denunciato l'utilizzo strumentale della liquidazione della società e della messa in mobilità dei giornalisti in quanto la pubblicazione delle testate Visto e Novella 2000 è continuata fino ad ora: ma appaltando all'esterno il lavoro giornalistico. Fatto che il sindacato ha ribadito ancora poche settimane fa in occasione del sopraggiunto licenziamento dell'ultima giornalista rientrata dalla maternità.
«Viene così a cadere – spiegano Alg e Fnsi – il 'modus operandi' promosso da Visibilia: licenziare per produrre i settimanali senza giornalisti assunti».
Un comportamento che il Tribunale del Lavoro di Milano ha fotografato in maniera chiara ed esplicita tanto da affermare che «le due società costituiscono palesemente una unica impresa con tutte le conseguenze»: in particolare «trattandosi di una sola impresa costituita dalle due società convenute, la società Visibilia Magazine non può affermare che la propria attività sia cessata, proseguendo addirittura nelle stesse forme con l'altra società Visibilia Spa».
«I colleghi che si sono affidati al servizio legale della Lombarda hanno così visto riconoscere il loro pieno diritto al lavoro – afferma il presidente della Alg, Paolo Perucchini –. Ancora una volta lo Studio Fezzi-Borali-Chiusolo, questa volta con l'avvocato Maurizio Borali, ha brillantemente vinto una causa che, per la specificità dei temi, costituisce un importante precedente per contrastare la dilagante gestione degli 'spezzatini' societari usata da piccoli e grandi gruppi editoriali per avere 'mani libere' in caso di licenziamenti su singole testate. Oltre al Contratto di lavoro giornalistico e alla legge, oggi anche una sentenza afferma che le crisi editoriali vanno gestite all'interno di una logica di gruppo e non possono essere circoscritte a strumentali singole società-testate».
Soddisfatto anche il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso. «La sentenza del Tribunale del Lavoro di Milano – afferma – rappresenta un precedente importante, oltre che un monito per quanti pensano di poter aggirare le regole. Appaltare all'esterno il lavoro giornalistico è un modello inaccettabile, oltre che in contrasto con le norme che regolano il settore. La sentenza di Milano rappresenta anche uno stop chiaro a chi pensa di poter usare strumentalmente gli ammortizzatori sociali, a prescindere dalla situazione di bilancio».